Paolo Croci
Gli Amici del Teatro - Settanta anni di tradizione a Mozzate
Le compagnie di San Martino
Anche a San Martino continuava a svilupparsi l'attività del teatro amatoriale con le due Compagnie sopra ricordate. Subito dopo la guerra, verso la fine del 1945 quella maschile propose due spettacoli, realizzati nella cappella vicino al Santuario: il primo si intitolava La tuba, il secondo era La pietra di Lassa. Poiché il luogo delle loro rappresentazioni era angusto, non potendo ospitare più di cinquanta persone per volta, i giovani attori erano obbligati a replicare i loro lavori il sabato sera, la domenica pomeriggio e la domenica sera. Ma questo non pesava, anzi era segno di sicuro successo.
Un discorso più ampio merita, invece, la sezione femminile della filodrammatica. Subito dopo la guerra si continuarono ad allestire spettacoli di carattere storico, preferendo argomenti chiaramente religiosi: Maria Stuarda e Gíovanna d'Arco ne sono un esempio. L'attività teatrale era intimamente legata alla vita parrocchiale e oratoriana. Numerosi furono gli spettacoli in concomitanza con le feste religiose più importanti, che furono realizzati grazie anche al numero sempre più ampio delle attrici, finché nel settembre 1949, in occasione della presa di possesso del parroco don Carlo Bonicalzi, fu rappresentata un'operetta che costò tanto lavoro e sacrificio alle giovani, ma che fu ripagata da un enorme successo.
Negli anni Cinquanta, tra il 1952 e il 1955, sempre sotto la guida e la regia di suor Edoarda, furono portati in scena numerosi spettacoli: si ricordano tra essi La zingara del Volga, ripreso anche più tardi, La croce di marmo, Abnegazione di madre (in cui le parti maschili erano sostenute da ragazze), L'altra mamma, Denari di sangue, Gígli e rose, testi dal carattere spiccatamente melodrammatico ed elegiaco. Quest'ultimo ebbe la particolarità di una scena naturale, poiché vennero utilizzati tronchi d'albero, fiori, funghi ed erba rigorosamente veri.