Paolo Croci

Gli Amici del Teatro - Settanta anni di tradizione a Mozzate

Il comico

Sin da bambino Antonio Milani manifestò interesse per il teatro leggero, anche se la passione emerse imperiosa verso i quattordici anni. Cantando e facendo piccole imitazioni nel negozio in cui lavorava, a Milano, si conquistò la simpatia di tutti i clienti e fu scoperto dall'Orchestra Moretti, che lo ingaggiò e lo fece così diventare intrattenitore a tutti gli effetti. I primi anni furono duri e faticosi: alle 19.30 terminava il lavoro, alle ventuno era già sulla pista di un night o di una balera. 

Durante la guerra Antonio fece il militare e lì sfruttò fino in fondo la sua innata capacità di far ridere: sulle sue labbra sempre una battuta o una barzelletta; grazie alle sue doti imparò nuovi balli, tra cui il tip tap e divenne famoso per le sue imitazioni di cantanti stranieri allora in voga. La sua forza comunicativa non poteva restare chiusa tra le quattro mura della caserma e così riuscì a portare il suo spettacolo addirittura dinanzi alla NATO. Purtroppo in questo periodo a causa di una brutta malaria perse la voce, così caratteristica e duttile. 

Ma non si scoraggiò e, dopo la guerra, ingaggiato dalla Compagnia Ramponi, recitò in molti teatri. Il suo repertorio attingeva dalla quotidianità dei suoi incontri, vissuti nel negozio e sui vagoni ristoranti in cui lavorava. Cantò anche a Radio Bari e tentò anche la strada del professionismo: fece l'audizione a Radio Roma, ma fu respinto perché il suo titolo di studio, la quinta elementare, non era ritenuto sufficiente garanzia per poter intraprendere la carriera d'attore! Tuttavia dopo la guerra le cose assunsero un ritmo regolare: in coppia con il cugino Tarcisio, fondò un duo, richiesto e conosciuto negli ambienti dello spettacolo. 

Lavorarono in alcuni teatri svizzeri e, in Italia, si trovarono accanto a personaggi di spicco dell'allora mondo artistico: accompagnarono spesso Wilma de Angelis, furono compagni di lavoro di Corrado, finché nel 1969 vinsero il prestigiosissimo premio del Bertoldo d'oro a Valle Olona, con la scenetta di don Tarcisio e Antonio campanaro. 

Cosa caratterizzava l'arte e la comicità di Antonio Milani? Certamente la spontaneità e la naturalezza con cui si poneva di fronte al pubblico, ma forse e soprattutto la sua grande capacità di assimilare la realtà vissuta per trasformarla in parodia, in comica e in improvvisazione. Infatti nessuno gli scriveva i testi, né mai provava: tutta la sua giornata era teatro e alla sera di fronte al pubblico offriva, a modo suo, le riflessioni sulle vicende quotidiane della piccola realtà. 

Impressionante era anche la sua capacità di immedesimarsi in un personaggio, tanto che, una volta, rischiò l'arresto. Il suo personaggio preferito, e che senza dubbio riscuoteva più successo da parte del pubblico era l'ubriaco. Una sera a Milano decise, per scherzo, di impersonarlo anche fuori dalle scene, per le strade della città. Mentre tra le risa degli amici faceva il suo spettacolo, passarono delle guardie le quali, non ritenendo possibile che stesse recitando, lo condussero in questura: ce ne volle di tempo per far capire che era perfettamente sobrio e che tutto era solo un piccolo innocente scherzo! 

Antonio Milani collaborò, anche con la nostra Compagnia: fece lo spettacolo comico tra una scena e l'altra di L'Assedio di Alcazar, recitò nelle riviste con i nostri attori, "guidato" da nuovi e vecchi registi. 

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