Bellezza
di Paola Columba
Rappresentato a Mozzate il 25 febbraio 2006
durata 35' circa
Regia di Luigi Farioli
Con Carla Mantegna
Bellezza è un monologo scritto per essere interpretato da un'attrice in cui la protagonista (Isabella degli Orsini detta Bellezza) si racconta e racconta il suo iter processuale dando voce e interpretando più personaggi (maschili e femminili che di volta in volta si susseguono e popolano la sua storia e la sua vita) in modo leggero ed ironico con un linguaggio immediato e semplice, colorito e popolare (in un italiano corrente che a tratti sfocia in cadenze ed espressioni dialettali che ne accentuano la tradizione popolare) sdrammatizzando le sue vicissitudini e ponendo involontariamente l'accento sui pregiudizi, sulle incomprensioni e sulle chiusure mentali. Testo facilmente riconducibile anche a situazioni e schemi della società di oggi, Bellezza sta "fuori dal coro" incurante della stupidità e a volte dell'invidia di chi la vuole "strega". Capro espiatorio per una società incapace di darsi risposte ma soprattutto di porsi domande.
L'autrice Paola Columba
E' laureata in Storia del Teatro e
ha studiato drammaturgia e regia con Eduardo De Filippo, Carmelo Bene, Dario Fo,
Alessandro Fersen, Jerzy Grotovsky, Peter Stein, Nikita Michalkov. Ha lavorato
come attrice e aiuto regista. Come sceneggiatrice è stata allieva di Robert Mc
Kee e Richard Walter. Ha partecipato al Master di sceneggiatura e regia
cinematografica della UCLA University of California, Los Angeles. E al Master
con Tsui Hark sul cinema d’azione “stile Hong Kong”.
Per due anni ha collabortao con Vincenzo Cerami.
Libere (2002) è il terzo cortometraggio che ha scritto e diretto dopo Week-end
(35mm colore 2000, premio Comicittà 2001) con Lucia Poli e Karin Proia e Nodo al
cuore (16 mm, colore,’89) che ha partecipato in Concorso Internazionale al
Festival Cinema Giovani di Torino.
Sta lavorando al primo lungometraggio tratto dalla sua commedia teatrale Ragazze
a mano armata andata in scena con la sua regia nel dicembre 2001 e vincitrice
del concorso Drammaturgia Oggi V edizione, presieduto da Aldo Nicolai.
Nell’ 87 ha esordito come autrice e regista teatrale con il suo spettacolo Il Canto di Genet. Gli altri suoi testi teatrali, Nodo al cuore, Carosello,
Ultima
fermata, Caldo soffocante e Il Segreto messi in scena con la sua regia, sono
stati segnalati e premiati da Candoni, Scenario e Studio 12 e pubblicati su
Sipario Giu/lug 1990,n°49.
Nel 1995 i testi sono stati pubblicati da Editori & Associati, Roma.
I suoi monologhi teatrali sono stati interpretati da Piera degli Esposti (Amore,
1993), da Lina Sastri (La notte prima dell'alba, 1999) da Lucia Poli (Bellezza,
2000).
Giornalista, ha collaborato a lungo alla pagina degli spettacoli del Messaggero
e della Sicilia. Ha scritto un saggio sull’attività del Teatro Club di Gerardo
Guerrieri, Il teatro Club, Isituto poligrafico dello Stato, 1995 e la sua tesi
di laurea è stata pubblicata: Les Negres di Jean Genet, un esempio di scrittura
teatrale, in Libro del Teatro, Bulzoni, 1993.
Bellezza Orsini
Nata a Collevecchio (Rieti), figlia di tale Angelo, andò sposa, ancora bambina,
ad un uomo il cui nome resta ignoto, che presto la lasciò vedova con un figlio a
carico, Bartolomeo. Presa come serva in casa Orsini, in Monterotondo, Bellezza
dichiara, nel corso dell'interrogatorio, che lì "governava Madonna Jacoba e
faciva la cucina per lei". Destinata ad una vita senza riscatto, incontra
proprio in questi anni Lucia De Lorenzo da Ponsano, "la quale era strea e per
tale stava".
Le due donne diventano amiche. Lucia insegna a Bellezza l'arte di combinare le
erbe per curare i malanni, mestiere insidioso che, dietro un apparente miraggio
di riscatto, la espone a pericoli e ad invidie. Nel 1528, anno in cui fu
processata, Bellezza aveva da poco superato la quarantina.
Era esperta di erbe e medicinali, un giovane in cura presso di lei morì a
seguito di una malattia e i suoi parenti accusarono Bellezza di averlo stregato
e ucciso.
Questo fu solo l'inizio di una lunga serie di denuncie che seguirono.
Accusata e processata per stregoneria, Bellezza fu condotta nel carcere di Fiano e sottoposta a numerosi interrogatori con tortura, durante i quali ella «confessò» fra le altre cose:
«Andamo alla noce de Benevento e illi [lì] facemo tucto quello che volemo col peccato renuntiamo al baptismo e alla fede e pigliamo per signore e patrone el diavolo e facemo quel che vole luj e non altro».
E ancora: «E andamo alla noce de Benevento dove ce reducemo tucte insieme e illi facemo gran festa e jova [gioco] e pigliamo piacere grande e poi il diavolo piglia quattro frondi de quella noce e cusì ne ritornamo a casa e dove volemo ad streare [stregare] e far male ad qualcheduno…».
Inoltre riporta la formula per volare: «Unguento, unguento, portace alla noce di Benevento, per acqua e per vento e per ogni maltempo».
Stremata dalle torture la povera Bellezza Orsini si suiciderà in carcere, colpendosi più volte la gola con un chiodo. Sfuggirà così al rogo.
Spettacolo inserito nella manifestazione La Notte Bianca di Como
Foto di scena
(di Walter Ramperti)