Paolo Croci

Gli Amici del Teatro - Settanta anni di tradizione a Mozzate

La vita è sogno 

Non si può fare uno spettacolo a Mozzate? Bene si chiede l'aiuto degli amici dei paesi vicini. Fu subito offerta la disponibilità della sala teatrale di Limido Comasco. Ma la legge che rendeva inutilizzabili i teatri sarebbe scattata il 1 aprile 1986. Sfruttando l'occasione si pensò allora di realizzare uno spettacolo da mandare in scena prima di quella data al Teatro "Europa" di San Martino. 

Talamone decise il testo: infatti nella sua mente numerosi spettacoli sono già costruiti e con sapienza pedagogica li sa trarre da realizzare quando i tempi sono maturi. Egli capì, in quel momento, che si poteva tentare con un classico, facendo cadere la scelta su La vita è sogno di Pedro Calderon de la Barca, uno dei più bei testi della letteratura teatrale che mai siano stati scritti. 

Quando Talamone riunì la Compagnia offrì a tutti una copia dell'opera: bastò leggerla e immancabilmente si rimase affascinati dalla sua complessa bellezza e densa profondità. Certo, la proposta era allettante, ma i problemi all'orizzonte estremamente vari. Il copione richiedeva la presenza di un considerevole numero di personaggi e la complessità delle scene faceva prospettare un faticoso lavoro di realizzazione. Naturalmente per Talamone questi non erano problemi! La sua incrollabile fiducia nelle capacità della Compagnia fu lo sprone per andare avanti anche durante le numerose difficoltà. 

La preparazione durò tre mesi. Le scenografie, imponenti, furono disegnate da Manuela Radaelli e realizzate con la collaborazione di una decina di persone. La maestosità dell'apparato scenico fu tale che si intuì subito che lo spettacolo non avrebbe potuto avere repliche al di fuori di Mozzate, nonostante la Compagnia possedesse ormai dei buoni impianto luci e audio. A rendere ancora più affascinanti le scene contribuì una macchina speciale per ottenere l'effetto neve, noleggiata per l'occasione. Anche i costumi furono sontuosi e preziosi: ormai la Compagnia poteva competere con teatri di ben più alto livello! Man mano che ci si addentrò nelle prove si colse sempre più la bellezza e la complessità del lavoro, anche se i problemi di recitazione e di impostazione resero sempre più ardua la conquista di un ottimo livello di preparazione. Ma grazie anche a questa fatica, gli attori furono sempre più coinvolti dalla macchina meravigliosa creata con questo spettacolo e trasmisero con forza questi sentimenti al pubblico che assistette incantato alle rappresentazioni, che duravano quasi tre ore. 

La prima avvenne, dunque, il 22 marzo 1986. Fu replicato con altrettanto successo il giorno seguente e, poiché fu prorogata l'entrata in vigore della legge sulla sicurezza dei teatri, anche il 5 e il 6 aprile dello stesso anno, quest'ultimo in favore dei bambini diabetici. 

Con questo spettacolo si chiuse il primo lungo periodo della Compagnia. Furono gli eventi successivi a renderlo evidente. Il regista, Carlo Talamone, in quell'anno fu colpito da emiparesi e fu ricoverato in ospedale. Le sue condizioni, apparse gravi in un primo momento, per fortuna migliorarono progressivamente, ma la riabilitazione fu lunga e certamente gli impegni dovettero essere diradati. Ma anche un altro evento creò una situazione di crisi e di stallo che bloccò le attività della Compagnia fino al gennaio del 1988. 

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