Paolo Croci
Gli Amici del Teatro - Settanta anni di tradizione a Mozzate
Dopo la guerra
Finalmente il 25 aprile 1945 segnò la conclusione del conflitto: Mozzate, come gli altri paesi del nord Italia aveva conosciuto la paura dei bombardamenti e delle incursioni, aveva vissuto momenti di terrore, pianto i suoi morti, offerto la propria disponibilità alla Resistenza. Ora tutto era finito: bisognava ricominciare, dimenticare gli orrori e le paure.
Gli anni dell'immediato dopo-guerra furono caratterizzati dal lavoro febbrile per ricostruire, dare un nuovo impulso all'economia mozzatese. Furono anche gli anni della prima immigrazione dal Veneto e dal sud. Don Cocchi, che nel 1943 piangendo aveva consegnato le campane della Chiesa perché se ne facessero armi, capi che bisognava operare nel segno della speranza; anche se forse c'era bisogno di opere più concrete, si adoperò in ogni modo per rifondere e istallare nel più breve tempo possibile le nuove campane: i loro rintocchi sarebbero stati, e davvero lo furono, il segno che tutto era nuovo, che si poteva davvero rinascere, rivivere. Le nuove campane divennero così il nuovo cuore di Mozzate.
Accanto a questo intuì che la gente aveva bisogno di ritrovare i veri valori, ma anche di divertirsi. Fu promotore perciò dello sviluppo del teatro in paese. Infatti, mai come allora si ricercavano i divertimenti: la radio trasmetteva programmi scanzonati e divertenti, le balere si riempivano sempre più di giovani, i teatri di città offrivano nuovi generi, più leggeri e meno impegnativi di quelli precedenti. Si svilupparono la rivista e il varietà, spettacoli composti da scenette e balletti, intermezzi musicali e parodie. A Mozzate già durante la guerra si intratteneva il pubblico, dopo la recita dei drammi, con la "farsa", uno spettacolo comico che aveva il compito di suscitare il riso nello spettatore, rasserenarlo e, seppure per poco tempo, renderlo spensierato. La Compagnia di Abbiate Guazzone fu specialista in questo. Ma anche Mozzate aveva la sua macchietta: Antonio Milani. E' necessario spendere qualche parola sulla figura di questo nostro attore che tanto diede alla nostra tradizione teatrale.